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La documentazione conservata negli archivi parrocchiali è una fonte pres- soché unica ed esclusiva non solo per la storia della Chiesa, ma anche per la storia di tutti quei piccoli agglomerati urbani e rurali diffusi sul territorio.
per mettere ordine? Si potrebbero raggruppare tutti gli atti che trattano di un
determinato argomento, oppure affidarsi ad un criterio meramente cronolo-
gico, oppure riunire il materiale per formato documentario (tutti i registri,
tutti i faldoni ecc.). Qual è il metodo scientifico per ordinare dei beni culturali
quali sono gli archivi?
La ricostruzione della struttura organizzativa originale è l’unica che consen-
te di mostrare in che modo il soggetto produttore ha operato nel corso della
sua attività, e dunque è la sola in grado di fornire un rapporto causa-effetto
tra tutti i documenti prodotti. Una ricerca che il prof. Gian Luigi Giacobazzi
ha portato avanti con pazienza e attenzione.
La documentazione conservata negli archivi parrocchiali è una fonte pres-
soché unica ed esclusiva non solo per la storia della Chiesa, ma anche per la
storia di tutti quei piccoli agglomerati urbani e rurali diffusi sul territorio. È
la testimonianza dell’attività di una chiesa amministrata dai parroci nel tem-
po, ma anche delle vicende di un territorio e della sua popolazione: l’archivio
parrocchiale può essere ben definito “archivio dei luoghi e degli uomini che
in quei luoghi hanno vissuto”, perché vi è riflessa, oltre alla vita religiosa,
anche la realtà culturale, socio-economica, civile e politica. Il lavoro che qui
si presenta, corredato di efficaci apparati iconografici e spiegazioni, ci resti-
tuisce brani di storia e di vita della comunità di Varana attraverso i secoli
arricchendo la consapevolezza e perciò il rispetto dei luoghi e delle cose che
circondano, punto di partenza per future ricerche e studi.
Dr.ssa federica collorafi, archivista
Dir.ce Archivio Storico Diocesano di Modena-Nonantola
ISBN : 9788899667689
Pagine : 160
Gian Luigi Giacobazzi
Dirigente scolastico prima a Milano e successivamente a Lama Mocogno e a Sassuolo, al secondo Istituto Comprensivo. Ha coordinato numerose sperimentazioni e innovazioni educative nel campo dell'integrazione interculturale e dell'inserimento scolastico dei disabili.
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